.furiaLAB dirige il VAT//Transumanze Festival. Le scelte



Il Teatro è un discorso intorno all'indicibile e questo indicibile è la natura dell’Uomo. Un giorno Maurice Leenhardt, pastore protestante e antropologo in Nuova Caledonia agli inizi del XX secolo, chiese a un gruppo di nativi kanak di descrivere un essere umano. Uno di loro disegnò un fitto insieme di linee che si proiettavano fuori da un centro vuoto, spiegando che si trattavano delle relazioni che ci legano ai parenti paterni, a quelli materni, alle tribù alleate, agli amici. Cancellando le linee, al centro non rimaneva nulla. Questo ci dice la figura che fonda l’inconscio di un’intera civiltà, Edipo: “Vediamo senza vedere e ascoltiamo senza ascoltare. Edipo si acceca per non vedere, ma da cieco comincia a vedere”. E cosa vede? Vede che senza relazioni, al centro, non resta niente, che non siamo niente.

VAT//Transumanze Festival, a cui ci prestiamo a fare da Direttori Artistici, prova a dare vita a questa relazione singolarissima, cercando di essere un incontro che ruota impazzito intorno al dono dell’ospitalità senza ricambio. Sia chiaro, il “dono” è fondante in una relazione comunitaria. Basta rileggere l'antropologo francese Marcel Mauss che concepisce il “dono” come un fatto sociale totale, concetto con il quale egli descrive un fenomeno tipico di una determinata società, un fenomeno complesso che implica diverse sfere del sociale e differenti istituzioni ed ha dunque conseguenze su diversi piani, per esempio su quello economico, religioso e relazionale ad un tempo. Il dono, inteso come libero e obbligatorio allo stesso tempo, è posto alle fondamenta di qualsiasi gruppo umano, di qualsiasi relazione fra soggetti. Esso si struttura attraverso la triplice obbligazione del dare – ricevere – ricambiare. Il “dono” per VAT, come per Mauss, è tutt'altro che assimilabile alla prestazione gratis, anzi. Il “dono” ha un costo elevatissimo perchè può essere “riparato” solo invischiando la “vita” economica e sociale nelle relazioni tra uomini. È il paradosso del dispendio distruttore, è la parte maledetta, è la nozione di dépense di Georges Bataille.

VAT//Transumanze Festival cerca di diffondere le discipline artistiche nell'entroterra sannita. Il Festival è un percorso teatrale che ha lo scopo di accorciare le distanze con un pubblico potenziale: non cerca un pubblico ma, nelle micro-comunità in cui risiede, scova un pubblico. Per questo motivo ha scelto di svolgersi nelle case degli abitanti di piccoli paesi, comunità disgregate, su geografie instabili, dentro le quali ritrovare frammenti di esistenza. Parlare e agire per VAT significa rivolgersi a qualcuno che sia espressione di una grazia. 

Il festival VAT è un luogo di incontri e transizioni latenti, direzioni e tangenze che si coagulano in spazialità riservate e refrattarie alle movenze sclerotiche del quotidiano. In questi spazi apparenti, VAT prova a seminare, attraverso il Teatro, il verbo agire nel senso latino di agĕre, spingere, fare, attraversare il medio, andare oltre il mediocre. 

Andare oltre il mediocre, decifrare il presente, misconoscere la prospettiva monologante che condanna le comunità, lontane dai flussi d’interessamento, a un’identità definita, questo è la ricerca transumante che .furiaLAB si è data.

Abbiamo scelto degli spettacoli che tentano di interrogare questo scialbo tempo, che ci troviamo a “sopravvivere”, come fossero degli indovini. Spettacoli che provano ad armonizzarci col presente, a re-insegnarci a giudicare lontano e estraneo il passato, che è diventato semplicemente una parte manipolata e corrotta della nostra cultura, a scompaginare la trama retorica “del chiaro di luna” che viene appiccicata ai luoghi dimenticati per far risuonare la voce che in loro vive. Luoghi, attraversati dagli artisti, che un tempo sono appartenuti alla vitalità di storie, narrazioni, racconti, drammi, e che ora sono ripopolati da un teatro “quotidiano” coperto dalla polvere della Storia e che hanno voglia di essere guardati, riflettuti, vissuti, trovati. 

Questo desiderio ha fatto ricadere la nostra scelta su Compagnie Teatrali che hanno pienamente condiviso, sia sul piano estetico che su quello etico, il valore della restituzione alla terra. Compagnie che hanno percorso una lunga esperienza artistica, largamente riconosciuta, a cui siamo orgogliosi di donare, a nostra volta, un luogo ospitale.

Un Festival, VAT, che descrive le rovine del presente e che prova ad anticipare le rovine future per scongiurarle.


Luigi Furno e Ursula Iannone (.furiaLAB)




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